COSA E’ ARTINSIEME

Artinsieme non è solo -arte-, così come sembrerebbe dal nome e così come comunemente si intende per -arte- nell’accezione etimologica attuale che il linguaggio prevede, bensì un “nuovo” modo di essere dell’-arte- stessa.

Nell’antichità tutti i -campi del sapere- venivano chiamati -arti-, dunque arti del trivio e del quadrivio; non si capisce perché questa bellissima visione del -sapere-, sublimata dall’uso della parola -arte- corredata dall’aggettivo qualificativo specifico del -campo- (arte astronomica, arte matematica, arte navale, arte musicale, arte pittorica, ecc), sia andata perduta e perché oggi si usi una terminologia “fredda” come quella di -disciplina- o, addirittura (ancora più “fredda”) come quella di -materia-… Astronomia, Letteratura, Musica, Pittura, Matematica, Ingegneria, Architettura, Economia, Cinema, Teatro, Psicologia, Sociologia, ecc… richiedono studi che non possono non prescindere dalla creatività e/o dall’interpretazione e/o dall’espressività; inoltre lo studio è sempre creativo e/o interpretativo e/o espressivo. Attraverso la creatività, l’espressività e l’interpretazione un soggetto in formazione (o già formato anche se bisognerebbe concepire la formazione in senso permanente) manifesta la propria intelligenza e la propria sensibilità oltre che il proprio comportamento… Qualsiasi -campo- (nessuno escluso) richiede capacità creative, espressive ed interpretative per essere studiato, approfondito e migliorato. Lo studioso ricercatore e lo scienziato sono -artisti- quanto un musicista o un pittore. Essi, nella loro ricerca, perseguono un comune obiettivo che è quello della scoperta e/o dell’approfondimento attraverso lo studio. Uno scienziato o comunque uno studioso ricercatore o un professionista di un qualsivoglia -campo- va alla ricerca della verità delle cose, o del miglioramento delle cose in essere, esattamente come un -artista-. Entrambi cercano una spiegazione a determinati fenomeni naturali, extra-naturali, morali, psichici, sociali, fisici e via discorrendo… Ecco perché per Artinsieme tutti i -campi del sapere- sono -arti-. Conseguentemente il -sapere- è – arte-…Non potrebbe essere altrimenti… Già, all’epoca degli antichi, una frattura in due tronconi (arti del trivio e arti del quadrivio) fu un errore … tuttavia almeno il nome -arte- veniva conservato… oggi siamo nel ridicolo… Il -sapere- è uno!!! Le denominazioni dei -campi del sapere- sono quanto mai vaghe… Si usano tutte le denominazioni tranne quelle corrette… Disciplina, materia, educazione…; una completa confusione… Nella scuola primaria e nella scuola secondaria di primo grado non si comprende perché vi sia una divisione del -sapere- in -discipline- (matematica, italiano, ecc) ed -educazioni- (educazione motoria o fisica, educazione all’immagine o artistica, educazione alla musica, ecc) quasi non esista l’educazione alla matematica o l’educazione all’italiano oppure non si persegua l’educazione attraverso di esse… Ma che senso ha??? Ancora. Che significa educazione all’immagine? Si educano i bambini alla cura del proprio corpo per caso? No! Disegnano, dipingono, tagliano, ecc. Una vera e propria babele nell’uso della terminologia… Artinsieme propone l’adozione a scuola di queste terminologie corrette da un punto di vista etimologico: arte linguistica (per scrivere e leggere bene ci vuole o no arte?), arte matematica (per risolvere un problema ci vuole o non arte?), arte musicale, arte tecnica, arte economica, arte espressiva manipolativa (ad esempio al posto di educazione all’immagine…), ecc. Artinsieme mira fortemente e con convinzione all’unità del -sapere- e dunque delle -arti- partendo da posizioni scientifiche. Si ritiene questo passo necessario per un’evoluzione della specie umana nel bene… ritenendo che i problemi vadano affrontati ed osservati da più prospettive disciplinari (cioè per Artinsieme artistiche) e che la soluzione al problema è più giusta (e più facile) se i vari – campi del sapere- avessero la possibilità di interagire tra loro provvedendo a fornire una soluzione condivisa al problema. Un problema economico non può essere affrontato solo sul piano economico. La soluzione che proporrà non avrà mai efficacia e non sarà mai una soluzione. Un problema economico va osservato da prospettive diverse che devono includere, ad esempio, anche valutazioni di tipo sociologico, psicologico, giuridico, ecc. Sarebbe opportuno che, dunque, ad affrontare a livello legislativo un problema economico operasse uno staff di persone proveniente da più -campi- e non solo dal -campo economico-. Stesso discorso per un problema ambientale o di qualsiasi altro -campo-… E’ ovvio… Si propone uno staff Artinsieme nella convinzione che si potrebbero trovare delle soluzioni creative, funzionali ed efficaci…

La settorializzazione della -cultura- e la conseguente specializzazione professionale, tutti elementi moderni del “proporre sapere”, hanno come incastrato il pensiero in categorie concettuali rendendolo poco flessibile ai collegamenti multidisciplinari che, si sa da tempo, favoriscono meglio il “problem solving”, ossia la capacità, che un individuo liberamente pensante ha, di affrontare e risolvere i problemi che costantemente la vita gli pone innanzi. Attraverso la specializzazione la mente di una singola persona si è estesa sviluppando, anche se con intelligenza, solamente settori microscopici del così vasto -sapere- generando una preparazione importante in un -campo- infinitesimo della -cultura- ed una ignoranza praticamente di fatto in tutto il resto… Ne deriva che il resto viene giudicato e valutato attraverso pregiudizi o preconcetti e non con l’effettiva conoscenza di come sono in realtà le cose da un punto di vista scientifico… Scientificamente parlando si attivano frequentemente solo neuroni facenti parte di una medesima area mentre gli altri rimangono un po’ a dormire… Un iper-specializzato ha delle idee generali che riguardano gli altri -campi del sapere- che egli ritiene non siano o siano poco collegati al suo -campo- culturale di competenza (sappiamo però tutti che tutto è collegato…), ma tali idee la maggior parte delle volte sono sbagliate poiché non supportate da conoscenze scientifiche esterne al proprio settore di competenza professionale… e tali idee purtroppo non si ha il tempo di approfondirle, poiché significherebbe conseguire specializzazioni in altri -campi-… Il risultato è che il titolo di “Dottore in…”, che viene conseguito all’Università, viene inteso dalla società come un titolo a garanzia dell’intelligenza o della preparazione di chi lo possiede… senza pensare che, considerando le teorie scientifiche di Gardner (intelligenze multiple) e Goleman (intelligenza emotiva) la laurea in un -campo del sapere- propone una comprensione approfondita del -campo- medesimo, ma un’ignoranza (dal latino colui che ignora e senza valenza offensiva…) in tutto il resto… Sta alla buona volontà del professionista in un -campo- approfondire la sua conoscenza andando a colmare la sua ignoranza negli altri -campi-. Il professionista che opera in questo modo riesce ad essere sicuramente maggiormente produttivo ed efficace, nel suo lavoro, per sé e per gli altri. Ricordiamoci che la scienza sostiene che l’uomo ha sviluppato solo una piccolissima parte (quasi infinitesima) della sua intelligenza potenziale… La conseguenza è che una persona non ha la soluzione al problema generale della vita che affligge, dall’origine dei tempi ad oggi, la specie umana ossia la felicità e la sua ricerca… Un singolo individuo no… ma tanti individui messi assieme provenienti da -campi del sapere- diversi forse si… se solo fosse possibile mettere insieme tante forme di intelligenza che abbiano la capacità di collegarsi tra loro andando con umiltà, ciascuna di esse, a vincere i pregiudizi e i preconcetti posseduti nei -campi di sapere- che non sono di propria competenza… Artinsieme cerca di fare proprio questo attraverso l’apporto di pensieri diversi che collaborano sinergicamente all’elaborazione di un pensiero complesso così come è inteso dal filosofo e sociologo francese Edgar Morin recentemente invitato ad intervenire personalmente in Italia dal Ministero deputato all’istruzione, all’Università e alla ricerca… L’insegnamento del Maestro Socrate “so di non sapere…” si è andato perdendo nel corso della storia e oggi, nostro malgrado, tutti credono di sapere tutto… Purtroppo però la presunzione dell’uomo è un male da cui, la storia ci insegna, l’uomo non si è mai liberato e che, attraverso l’arbitraria elevazione personale della propria intelligenza su l’intelligenza degli altri, ha prodotto e produce continuamente delle ingiustizie poiché, chi presume ed ha il potere, agisce influendo sulla libertà degli altri e non sempre chi presume ha ragione… La storia è piena di esempi di uomini che, presumendo, hanno originato non solo gravi ingiustizie ma addirittura disastri prima di tutto emotivi della coscienza collettiva di un popolo che il potere, suo malgrado, non ha… anche se oggi viene illuso di possederlo attraverso il concetto di democrazia… che tuttavia e con infinita tristezza rimane ancora solo un concetto… La presunzione è la forma più alta di stupidità poiché impedisce l’apertura al “problem solving” alla partenza di un dialogo costruttivo finalizzato alla risoluzione di un problema. Si rileva una profonda contraddizione storica odierna tra ciò che la scuola, intesa come istituzione giuridicamente deputata alla formazione del cittadino del domani in base a norme costituzionali, fra le quali l’Art. 33 della Costituzione stessa ne è a fondamento, propone come fondamentale e necessario ai fini della formazione di un soggetto “educato e ben pensante” e la società che, nostro malgrado, persegue altri scopi… La scuola vuole l’unità del sapere… la società lo divide… La scuola vuole l’intercultura… la società non riesce a metterla in pratica… La scuola vuole la giustizia… la società non è in grado di garantirla… La scuola dovrebbe premiare il merito… la società qualche volta lo premia… La scuola vuole la parità dei diritti… la società propone le differenze… La scuola pensa al futuro… la società cerca di porre rimedio ai danni fatti nel passato… Ed il presente? Una sintesi amorfa tra “quello che dovrebbe essere e non è…” e “quello che è stato e non è più…” Un grande problema questo… da risolvere presto… se non vogliamo che la situazione ci sfugga di mano…

Con Artinsieme si vuole proporre un nuovo modo si fare -cultura-, di fare -arte-… che vada a completare (si badi bene… non a modificare…) il concetto stesso dell’-arte-, completandolo quale categoria di pensiero alla quale noi tutti siamo abituati a pensare… Vuole completare questo concetto andando in una direzione scientifica, che può sembrare illusoria e probabilmente ideale… che tuttavia fa della logica matematica/filosofica un aspetto collante… ma chi può coerentemente pensare che non possa essere quantomeno formativa? Poiché essa si ispira ad affermate e riconosciute teorie pedagogiche? L’-arte- come categoria di pensiero più completa rispetto a come siamo abituati oggi a pensare… Un -arte- che vuole unire e non dividere… Un -arte- che vuole liberamente essere ciò che è… Un -arte- che vuole proporre con umiltà una soluzione presente all’uomo attuale… Un -arte- che vuole spiegare…

Artinsieme si propone come una vera e propria scuola apolitica e apartitica, fondata da un docente statale di ruolo nella scuola primaria a tempo indeterminato ed artista, depurata da certi suoi eccessi espressivi ancestrali, arricchita da elementi nuovi calati nella realtà dell’-arte- stessa con l’obiettivo primario di risultare un esempio/modello bello, formativo ed intelligente da seguire per il tempo che verrà… Si spera che Artinsieme venga attentamente considerata per come merita… ed aiutata a crescere in una direzione che rispetti la purezza del pensiero che essa rappresenta… Si spera che Artinsieme possa rappresentare presto un modello di cui tutta l’ Italia intera vada fiera agli occhi del mondo intero… e che possa essere esportata nel mondo come modello accademico… Il nodo etimologico principale da sciogliere, che rappresenta la battaglia di Artinsieme, è che l’-arte- è educativa nell’essenza sua stessa… e che tutto ciò che non educa non è -vera arte- ma è -artismo- … Ma quanta “arte” di oggi verrebbe ad essere buttata nel gabinetto così intendendo? Educare… dal latino “educere” significa “condurre fuori”. Nel dizionario italiano il significato di educare viene così espresso (fra i tanti modi di esprimerlo): “aiutare con opportuna disciplina a mettere in atto, a svolgere le buone inclinazioni dell’animo e le potenze della mente, e a combattere le inclinazioni non buone; condurre fuori l’uomo dai difetti originari della rozza natura, instillando abiti di moralità e di buona creanza”. Questo è o non è il compito dell’-arte-?

Fabrizio Fiordiponti

THE EXPLANATION

What is it?

WHAT ARTINSIEME IS?

Artinsieme is not only –art-, as it would seem by its name, and as the word -art- commonly means in the current etymological meaning, that the language provides for. On the contrary, Artinsieme is a ‘new’ way of being of the –art- itself.

In ancient times every –field of knowledge- was called –art-, so there were the arts of trivium and the arts of quadrivium. We don’t understand why this beautiful outlook of the -knowledge-, that is sublimed by the use of the word –art-, added to the specific descriptive adjective of the -field- (astronomical art, mathematical art, naval art, musical art, pictorial art, etc.), got lost, and why today we use a ‘cold’ terminology such as –discipline- or , even ‘colder’, -subject- .

Astronomy, Literature, Music, Painting, Mathematics, Engineering, Architecture, Economics, Cinema, Theatre, Psychology, Sociology, etc., require studies, that cannot leave aside the creativity, and/or the interpretation, and/or the expressiveness. Besides, studying is always creative, and/or interpretative, and/or expressive.

By means of the creativity, the expressiveness, and the interpretation, a training subject (or an already trained subject, even if the training should be conceived as permanent) evinces his/her own intelligence, and his/her own sensibility, as well as his/her own behaviour. Every –field- (none excluded) needs creative, expressive and interpretative abilities, in order to be studied, investigated and improved.

The researcher and the scientist are as –artists- as a musician or a painter. In their research they pursue a common aim, that is the research, and/or the investigation, by means of the study. A scientist, or, in any case, a researcher, or a practitioner of any –field-, goes in search of the truth, or in search of the improvement of what is being, exactly as an –artist- does. All of them are looking for an explanation of certain phenomena of nature, of extra-nature, of morality, of psyche, of society, of physics, and so on.

That’s why, according to Artinsieme, every –field of knowledge— is –art-. As a consequence, the –knowledge- is –art-. It couldn’t be otherwise. Even in ancient times, a break in two stumps (the arts of trivium and the arts of quadrivium) was a mistake. However, at least the word –art- was kept.

Today we are ridiculous.

The –knowledge- is one!!!

The denominations of the –fields of knowledge- are very vague.

All the denominations, but the right ones, are used.

Discipline, subject, education: a complete mess.

We don’t understand why, in the primary and in the secondary school of first grade, there is a division of the –knowledge- in –Disciplines- (Mathematics, Italian, etc) and –Educations- (Motor or Physical Education, Artistic Education or Education to the Images, Education to the Music, etc), as if Education to the Mathematics or Education to the Italian do not exist, or as if we cannot pursue an education by means of them.

What’s the sense of it?

Moreover, what does ‘Education to the Images’ mean? By chance, are children educated to take care of their own look? No, they aren’t! They draw, they paint, they cut, etc.

There is a real Babel in the use of terminology.

Artinsieme proposes at school the adoption of these terminologies, that are correct from an etymological point of view: the Linguistic Art (is art required, or not, if we want to read and write good?), the Mathematical Art (is art required, or not, if we want to solve a problem?), the Musical Art, the Technical Art, the Economic Art, the Manipulative Expressive Art (for example, instead of Education to the Images), etc.

Strongly and with firm believe, Artinsieme aims at the unity of the – knowledge-, and so, at the unity of the –arts-, starting from scientific positions. We think that this step is necessary for an evolution of the human species towards the good. As a matter of fact, we believe that the problems should be faced and examined from several disciplinary prospects (that is, according to Artinsieme, artistic prospects). We also believe that the solution of a problem is more correct (and easier), if the several –fields of knowledge- would have the possibility to interact, so that they could supply a shared solution of the problem. An economic problem cannot be faced only on an economic level. The suggested solution won’t ever be effective, and it won’t ever be the right solution. An economic problem must be examined from different prospects, that had to include, for example, also sociological, psychological, legal valuations, etc. For this reason, it would be opportune that, in order to face an economic problem on a legal level, a team of practitioners, coming from  several –fields- , not only from the economic –field-, would work at it.

We can tell the same for an environmental problem, or for any other –field- problems.

It goes without saying!

We suggest an Artinsieme team, because we firmly believe that we could find creative, functional and effective solutions.

The division into sectors of the –culture-, and the consequent professional specializations, are all modern elements of “proposing the knowledge”, that behaved as if they inserted the thought in conceptual categories. Thus, the thought is made little adaptable to multi-disciplinary connections, that, as we know it for some time, better favour the “problem solving”, namely, the ability of a free thinking individual to face and solve the problems, that life constantly sets before him/her.

By means of the specialization, the mind extended of a single person, developing, even if by means of his/her intelligence, only microscopic sectors of the so much wider –knowledge-, so that it generated an important preparation in an infinitesimal –field- of the –culture- , and it generated a complete real ignorance in anything else.

It follows that anything else is judged and valued by means of prejudices and preconceptions, and not by using an actual knowledge of how things really are from a scientific point of view.

To speak scientifically, we often activate only neurons that belong to the same area, while the others stay a little in abeyance.

An hyper-specialized man/woman has general ideas concerning the other -fields of knowledge- that he/she thinks a little or not at all connected to his/her competent cultural –field-  (yet, we all know that everything is connected!). But such ideas are wrong most of the times, because they are not supported by a scientific knowledge, that is outside his/her own sector of professional competence. Unfortunately, we don’t have the time to investigate such ideas, because this would mean to achieve specializations in other –fields-!

The issue is that the title “Doctor in …”, that is achieved at the University, is meant by the society as a title of warrant of the intelligence or the training of the owner. But we don’t think that, considering the scientific theories of the Multiple Brains by Gardner  and the Emotional Brain by Goleman, the degree in a – field of knowledge – proposes an investigated understanding of that very  – field -, but, at the same time, it proposes an ignorance (from the  Latin ignorare, that means “not to know”, without an offensive meaning) of anything else.

It’s up to the good will of a practitioner to investigate his/her knowledge, by filling the gap of his/her ignorance in all the other –fields-, in addition to his/her own -field-. The practitioner, who acts like this, is able to be certainly more productive and effective in his/her work, for himself/herself and for the others.

We need to remember that the science claims that the human being has developed only a very little part (nearly an infinitesimal part) of his/her potential intelligence.

The consequence is that a person has not the solution of the general problems of life, which afflicts the human species, from the origin of the times since now, namely the happiness and the search for it.

A single individual is not able to do it, but maybe many individuals all together, coming from different –fields of knowledge- are able to do it. If only it would be possible to get together many forms of intelligence, that could join between them, and that, each of them, could humbly go and overcome the owned prejudices and the preconceptions towards the –fields of knowledge- not belonging to his/her single competence!

Artinsieme is trying exactly to do this, by means of the contribution of different thoughts, that work together with synergy on the formulation of a complex thought, as it is meant by the French philosopher and sociologist Edgar Morin, who has been recently asked to personally intervene by the Italian Ministry of Instruction, University and Research.

The teaching of the Master Socrates (“I know not to know”) has getting lost in the course of history, and today, in spite of us, everybody believes to know everything.

But, unfortunately, human presumption is an evil, that the man could never got rid of, as history teaches us. By means of the arbitrary personal elevation of the very intelligence of the individual over the intelligence of the others, this presumption has also produced and still continuously produces injustices, as, who presumes and has the power, acts influencing the freedom of the others. And who presumes is not always right.

History is filled with many examples of men, who caused, by means of their presuming,  not only serious injustices, but even disasters. Those were first of all emotional disasters of the general awareness of people, who have not the power, in spite of them, even if nowadays people are beguiled to get the power by means of the concept of democracy, which is still, with our never-ending sadness, only a concept.

The presumption is the highest form of foolishness, as it prevents from opening to the “problem solving” at the starting of a constructive dialogue, that would aim at the solution of a problem.

We can notice a deep historical modern contradiction between what the school, as an institution legally deputed to the training of the citizens of tomorrow, on the basis of constitutional rules, and, among them, the Article 33 of the Constitution is the foundation of it, suggests as fundamental and necessary, in order to training a ”well-bred and good thinking” subject, and the society that, in spite of us, pursues other aims.

The school wants the unity of the knowledge, the society divides the knowledge.

The school wants inter-culture, the society is not able to put it into practice.

The school wants justice, the society is not able to warrant it.

The school should reward the merits, the society sometimes rewards the merits.

The school wants equal rights, the society suggests differences.

The school thinks of the future, the society tries to find a remedy for the damages made in the past.

And what about the present?

The present is a shapeless synthesis between “what should be and it is not” and “what had been and it is no more”

This is a big problem, and we need to solve it soon, if we don’ t want the situation to slip out of our hands.

By means of Artinsieme, we want to suggest a new way of making –culture-, of making -art-, that could complete (you need to be careful: ‘complete’ and not ‘modify’) the concept itself of –art-, by completing it as the class of thought, of which we are accustomed to thinking.

Artinsieme wants to complete this concept by moving to a scientific direction, that could seem deceptive and probably ideal, but however it makes the mathematical/philosophical logic an adhesive aspect. But who can coherently think that it couldn’t be at least formative? Is it not right just because it draws inspiration from well-known and acknowledged pedagogical theories?

The –art- is considered as a more complete class of thinking than we are usually accustomed to imaging today.

The –art- that wants to unite, not to divide.

The–art- that wants to be freely what it is.

The –art- that wants to propose humbly a present solution to the present man.

The –art- that wants to explain.

Artinsieme was founded by an artist, who is also a state regular teacher of the primary school indefinitely. It proposes itself as an apolitical and non-party school, that is purified from some of its ancestral expressive excesses, and that is enriched by new elements fallen into the reality of the same –art-, with the primary purpose to turn out as a beautiful, formative and intelligent example/model to follow for the future time.

We hope that Artinsieme will be carefully considered as it really deserves, and that it will be helped to grow in the direction, that would respect the purity of the thought it represents.

We hope that Artinsieme will be able to represent soon a model, of which Italy must be proud in the eyes of the world, and that can be exported all over the world as an academic model.

The main etymologic knotty problem to solve, the real struggle of Artinsieme, is that the –art- is educational in its own essence, and that anything not educational is not –real art- but –artism-.

But, if we think so, how much actual “art” do we have to throw into the toilet?

Educating is from the Latin “educere”, that means “to lead out”. In the Italian dictionary the meaning of educating is expressed like this, among many others: “To help, by means of suitable discipline, to put into effect, to develop the good inclinations of the heart and the powers of the mind, and to fight against the not good inclinations; to lead the man out of the original defects of the rough nature, by means of instilling frames of morality and good manners”.

Is this or not the task of the –art-?

Fabrizio Fiordiponti

Traduzione a cura di Laura Bondi